Cari lettori,
questo vuole essere un post assolutamente costruttivo, eppure devo proprio
aprirlo con la frase “Sono stufo”.
Stufo di cosa?
Di un clima che si respira
nell’aria in questo periodo. Un insieme di fattori, come la crisi che stenta ad
abbandonarci del tutto e le notizie su conflitti e attentati che arrivano dai
TG, creano come una cappa di fuliggine nell’aria, una cappa pesante che porta
tutti a vedere…nero.
Ecco che, in tale contesto,
sembra sia diventato di moda un atteggiamento disilluso, malmostoso, talvolta
addirittura cinico.
Come se vigesse un imperativo:
“Il periodo non è dei migliori, quindi metti su una bella corazza pessimista
che faccia pendant con l’atmosfera”.
Le conseguenze di questo
atteggiamento sono tangibili: incontri magari un conoscente che non vedevi da
tanto ed ecco, alle fatidiche domande tipo “cosa fai nella vita”, esplode una
catena di lamentele sul lavoro che non c’è, di imprecazioni di vario grado, di considerazioni
sconsolate…
Se poi provi a parlare di
progetti, a fare congetture su un avvenire migliore, ecco che rischi di
attirare sguardi di commiserazione. Come dire “Pensi positivo? Poverino…devi
ancora crescere”.
Meglio, sembrano pensare in
molti, opporre una faccia cattiva ai tempi.
Tale quadretto mi ha ispirato il
titolo del post. Perché il malumore, l’irascibilità continua, lo stato di
tensione quasi ininterrotta e di cinismo possono diventare un problema di
salute.
Come?
Semplice. Beh, non proprio
semplicissimo da spiegare in primis, ma proverò a essere chiaro, diretto e non
logorroico.
Il nostro sistema nervoso
autonomo (quello che agisce cioè automaticamente) è diviso in due componenti:
sistema nervoso simpatico e sistema nervoso parasimpatico.
Il primo, attraverso opportune
“scariche” ormonali, attiva il nostro organismo nei momenti di tensione:
accelera il battito cardiaco, rende il respiro più concitato…il secondo, il
parasimpatico, ci riporta in uno stato di tranquillità, quando avvertiamo che
il pericolo è passato.
Questo sistema è nato agli albori
della specie umana, quando i nostri antenati dovevano reagire con prontezza a
minacce che non lasciavano tanto tempo per ragionare. Pensate forse che davanti
a un lupo affamato o a una frana, ci fosse tempo di afferrarsi il mento e
pensare “Uhm, la situazione non è delle più rosee, mi sa che mi toccherà fare
una corsetta…mah, non è che ne abbia tanto voglia, però mi conviene prepararmi
all’idea”? Se così fosse stato, forse il cammino evolutivo degli esseri umani
sarebbe finito appena iniziato.
Ecco l’utilità delle “scariche”
del sistema nervoso simpatico: reazioni rapidissime, grazie agli ormoni dello
stress, messaggeri che dicono al corpo “svegliati”!
Oggi, però, il contesto in cui
viviamo è, diciamo, un po’ cambiato rispetto all’habitat dei nostri antenati.
Non ci sono belve che ci
inseguono, né dobbiamo correre per catturare prede veloci e riottose, dato che
il cibo ci attende sugli scaffali del supermercato. Al massimo, la corsa ci
tocca farla per l’autobus.
Perché imporsi una maschera triste, cinica, pessimista? |
E qui mi riallaccio alla
questione chiave del post. Se ci imponiamo la maschera “cattiva” del cinico,
del pessimista, il nostro sistema nervoso non comprende che si tratta di un
atteggiamento, di una presa di posizione: registra uno stato d’agitazione, di
disagio profondo e ci bombarda di ormoni dello stress.
Come se dovessimo attivarci per
correre o combattere, mentre il nostro nervosismo è “simbolico”.
Un eccesso di ormoni dello stress
ha serie conseguenze sul nostro sistema immunitario, che ci protegge dalle
malattie. Diverse ricerche provano ormai che un eccesso di stress indebolisce
tali difese, esponendoci maggiormente, ad esempio, alle incursioni dei virus.
Da un punto di vista psicologico,
poi, un atteggiamento di negatività autoindotta può reprimere i processi
creativi che ci portano a maturare idee promettenti, o toglierci lo slancio
necessario per realizzarle.
Allora, bando alla negatività!
Ecco qualche idea pratica per
reagire allo “spirito dei tempi” pessimista. In fondo, se vogliamo che la
realtà attorno a noi cambi, la cosa più immediata da fare potrebbe essere
cambiare noi stessi.
Annotate i pensieri negativi:
quando sorgono? Cosa riguardano? In tal modo, è possibile comprendere anche
quali situazioni ci mettono maggiormente a disagio nel quotidiano.
Preparate una serie di pensieri
positivi verso i quali guidare la mente, quando vi assale lo sconforto: un momento
piacevole trascorso con amici o familiari, un capo d’abbigliamento che vi piace
molto, una bella fotografia che avete scattato o visto…a volte basta poco, per
ritemprare la psiche. Non vergognatevi di utilizzare pensieri che potrebbero sembrare sciocchezze!
Le immagini dell'articolo sono tratte dal sito web "Pixabay" |