giovedì 5 marzo 2015

Incavolarsi fa male. Ecco perché


Cari lettori, questo vuole essere un post assolutamente costruttivo, eppure devo proprio aprirlo con la frase “Sono stufo”.

Stufo di cosa?

Di un clima che si respira nell’aria in questo periodo. Un insieme di fattori, come la crisi che stenta ad abbandonarci del tutto e le notizie su conflitti e attentati che arrivano dai TG, creano come una cappa di fuliggine nell’aria, una cappa pesante che porta tutti a vedere…nero.
Ecco che, in tale contesto, sembra sia diventato di moda un atteggiamento disilluso, malmostoso, talvolta addirittura cinico.

Come se vigesse un imperativo: “Il periodo non è dei migliori, quindi metti su una bella corazza pessimista che faccia pendant con l’atmosfera”.

Le conseguenze di questo atteggiamento sono tangibili: incontri magari un conoscente che non vedevi da tanto ed ecco, alle fatidiche domande tipo “cosa fai nella vita”, esplode una catena di lamentele sul lavoro che non c’è, di imprecazioni di vario grado, di considerazioni sconsolate…
Se poi provi a parlare di progetti, a fare congetture su un avvenire migliore, ecco che rischi di attirare sguardi di commiserazione. Come dire “Pensi positivo? Poverino…devi ancora crescere”.

Meglio, sembrano pensare in molti, opporre una faccia cattiva ai tempi.

Tale quadretto mi ha ispirato il titolo del post. Perché il malumore, l’irascibilità continua, lo stato di tensione quasi ininterrotta e di cinismo possono diventare un problema di salute.

Come?
Semplice. Beh, non proprio semplicissimo da spiegare in primis, ma proverò a essere chiaro, diretto e non logorroico.
Il nostro sistema nervoso autonomo (quello che agisce cioè automaticamente) è diviso in due componenti: sistema nervoso simpatico e sistema nervoso parasimpatico.
Il primo, attraverso opportune “scariche” ormonali, attiva il nostro organismo nei momenti di tensione: accelera il battito cardiaco, rende il respiro più concitato…il secondo, il parasimpatico, ci riporta in uno stato di tranquillità, quando avvertiamo che il pericolo è passato.

Questo sistema è nato agli albori della specie umana, quando i nostri antenati dovevano reagire con prontezza a minacce che non lasciavano tanto tempo per ragionare. Pensate forse che davanti a un lupo affamato o a una frana, ci fosse tempo di afferrarsi il mento e pensare “Uhm, la situazione non è delle più rosee, mi sa che mi toccherà fare una corsetta…mah, non è che ne abbia tanto voglia, però mi conviene prepararmi all’idea”? Se così fosse stato, forse il cammino evolutivo degli esseri umani sarebbe finito appena iniziato.

Ecco l’utilità delle “scariche” del sistema nervoso simpatico: reazioni rapidissime, grazie agli ormoni dello stress, messaggeri che dicono al corpo “svegliati”!

Oggi, però, il contesto in cui viviamo è, diciamo, un po’ cambiato rispetto all’habitat dei nostri antenati.
Non ci sono belve che ci inseguono, né dobbiamo correre per catturare prede veloci e riottose, dato che il cibo ci attende sugli scaffali del supermercato. Al massimo, la corsa ci tocca farla per l’autobus.

Perché imporsi una maschera triste, cinica, pessimista?
E qui mi riallaccio alla questione chiave del post. Se ci imponiamo la maschera “cattiva” del cinico, del pessimista, il nostro sistema nervoso non comprende che si tratta di un atteggiamento, di una presa di posizione: registra uno stato d’agitazione, di disagio profondo e ci bombarda di ormoni dello stress.
Come se dovessimo attivarci per correre o combattere, mentre il nostro nervosismo è “simbolico”.

Un eccesso di ormoni dello stress ha serie conseguenze sul nostro sistema immunitario, che ci protegge dalle malattie. Diverse ricerche provano ormai che un eccesso di stress indebolisce tali difese, esponendoci maggiormente, ad esempio, alle incursioni dei virus.
Da un punto di vista psicologico, poi, un atteggiamento di negatività autoindotta può reprimere i processi creativi che ci portano a maturare idee promettenti, o toglierci lo slancio necessario per realizzarle.

Allora, bando alla negatività!


Ecco qualche idea pratica per reagire allo “spirito dei tempi” pessimista. In fondo, se vogliamo che la realtà attorno a noi cambi, la cosa più immediata da fare potrebbe essere cambiare noi stessi.

Annotate i pensieri negativi: quando sorgono? Cosa riguardano? In tal modo, è possibile comprendere anche quali situazioni ci mettono maggiormente a disagio nel quotidiano.

Preparate una serie di pensieri positivi verso i quali guidare la mente, quando vi assale lo sconforto: un momento piacevole trascorso con amici o familiari, un capo d’abbigliamento che vi piace molto, una bella fotografia che avete scattato o visto…a volte basta poco, per ritemprare la psiche. Non vergognatevi di utilizzare pensieri che potrebbero sembrare sciocchezze!

Quando incontrate un Conoscente Pessimista e partono le solite considerazioni sul periodo ingiusto ecc. ecc., provate a sviare la conversazione verso tematiche più positive, anche non impegnative. 

Piccoli gesti possono fare una differenza enorme, nel quotidiano. Quando vogliamo lamentarci dello "spirito dei tempi" o della società, ricordiamoci una cosa. "Lo spirito dei tempi", la società siamo anche noi!

Le immagini dell'articolo sono tratte dal sito web "Pixabay"